Domenico Laterza & Iza Rutkowska, Honeymoon, 2019. Inflatable PVC and honey, 300x200x150 cm. Photo Sasha Rose, courtesy Villa P651, Prague
È una bipersonale concepita assieme
all’artista Iza Rutkowska che prevede l’esposizione di una sola
opera accompagnata da una traccia musicale in loop. La mostra è
stata ospitata dallo spazio Villa P651 – Home of
The Behal Fejer Institute di Praga. A partire dall’idea di
una mostra di due con l’esposizione di una sola opera, il concept è
permeato da una vena ironica dissacrante. La figura retorica presa in
esame, la luna di miele, che nell’immaginario collettivo
identifica una situazione romantica, in questo contesto si
materializza e passa da una forma concettuale a una forma fisica.
Questa traslazione dà vita ad un oggetto scultoreo quasi grottesco
che, con un sentimento di disincanto, genera nuove opportunità
relazionali. La scultura è un gonfiabile in PVC trasparente di
grandi dimensioni riempito al suo interno con dieci chili di miele.
Gonfiando l’opera si ottiene uno spicchio di luna turgido di circa
quattro metri, con un diametro di un metro e mezzo nel punto più
largo, attraverso il quale si può ammirare il miele denso che cola
all’interno del volume espandendosi sulla superficie e ascoltarne
lo sgocciolio. Il pubblico ha potuto relazionarsi con l’oggetto,
toccarlo, spostarlo in modo da enfatizzare questo movimento interno.
In tutto lo spazio espositivo risuonava il brano lirico Mesicku na
nebi hlubokem, un’ode melensa alla luna, conosciuto in
Repubblica Ceca. In quella occasione è stata celebrata l’inaspettata
naturalezza di un artificio.
It is a two-person exhibition conceived
together with artist Iza Rutkowska that features a single work
accompanied by a looped music track. The exhibition was hosted by
Villa P651 - Home of The Behal Fejer Institute in Prague. Starting
with the idea of an exhibition of two artists with the display of a
single work, the concept is permeated with a desecrating ironic vein.
The rhetorical figure under consideration, the honeymoon,
which in the collective imagination identifies a romantic situation,
in this context materializes and shifts from a conceptual to a
physical form. This translation rises an almost grotesque sculptural
object that, with a feeling of disenchantment, generates new
relational opportunities. The sculpture is a large transparent PVC
inflatable filled with ten kilos of honey. Inflating the work results
in a turgid slice of moon of about four meters, with a diameter of
one and a half meters at its widest point, through which one can
admire the thick honey dripping inside the volume expanding on the
surface and listening to its dripping. The audience was able to
relate to the object, touch it, and move it in a way that emphasized
this internal flow. The lyrical piece Mesicku na nebi hlubokem,
a mellow ode to the moon, known in the Czech Republic, resounded
throughout the exhibition space. That was a moment that celebrated
the unexpected naturlity of artifice.
È una bipersonale concepita assieme
all’artista Iza Rutkowska che prevede l’esposizione di una sola
opera accompagnata da una traccia musicale in loop. La mostra è
stata ospitata dallo spazio Villa P651 – Home of
The Behal Fejer Institute di Praga. A partire dall’idea di
una mostra di due con l’esposizione di una sola opera, il concept è
permeato da una vena ironica dissacrante. La figura retorica presa in
esame, la luna di miele, che nell’immaginario collettivo
identifica una situazione romantica, in questo contesto si
materializza e passa da una forma concettuale a una forma fisica.
Questa traslazione dà vita ad un oggetto scultoreo quasi grottesco
che, con un sentimento di disincanto, genera nuove opportunità
relazionali. La scultura è un gonfiabile in PVC trasparente di
grandi dimensioni riempito al suo interno con dieci chili di miele.
Gonfiando l’opera si ottiene uno spicchio di luna turgido di circa
quattro metri, con un diametro di un metro e mezzo nel punto più
largo, attraverso il quale si può ammirare il miele denso che cola
all’interno del volume espandendosi sulla superficie e ascoltarne
lo sgocciolio. Il pubblico ha potuto relazionarsi con l’oggetto,
toccarlo, spostarlo in modo da enfatizzare questo movimento interno.
In tutto lo spazio espositivo risuonava il brano lirico Mesicku na
nebi hlubokem, un’ode melensa alla luna, conosciuto in
Repubblica Ceca. In quella occasione è stata celebrata l’inaspettata
naturalezza di un artificio.
It is a two-person exhibition conceived
together with artist Iza Rutkowska that features a single work
accompanied by a looped music track. The exhibition was hosted by
Villa P651 - Home of The Behal Fejer Institute in Prague. Starting
with the idea of an exhibition of two artists with the display of a
single work, the concept is permeated with a desecrating ironic vein.
The rhetorical figure under consideration, the honeymoon,
which in the collective imagination identifies a romantic situation,
in this context materializes and shifts from a conceptual to a
physical form. This translation rises an almost grotesque sculptural
object that, with a feeling of disenchantment, generates new
relational opportunities. The sculpture is a large transparent PVC
inflatable filled with ten kilos of honey. Inflating the work results
in a turgid slice of moon of about four meters, with a diameter of
one and a half meters at its widest point, through which one can
admire the thick honey dripping inside the volume expanding on the
surface and listening to its dripping. The audience was able to
relate to the object, touch it, and move it in a way that emphasized
this internal flow. The lyrical piece Mesicku na nebi hlubokem,
a mellow ode to the moon, known in the Czech Republic, resounded
throughout the exhibition space. That was a moment that celebrated
the unexpected naturlity of artifice.