Domenico Laterza, Secondo le mie indicazioni, 2016.
Alluminium foil, variable dimensions. Courtesy Zollamt, Offenbach am Main
Un gesto e un materiale danno vita ad una forma organica
autonoma, con una propria identità. Indipendentemente da ogni riferimento
culturale o tecnico, questi oggetti si moltiplicano nello spazio con la
modularità di una pianta. Il gesto è quello del dito indice, della creazione:
lo imprimo ripetutamente nella sottile lamina di alluminio e questa lo
conserva.
Sto cercando un senso di innegabilità attraverso un gesto molto
semplice, l’innegabilità di un sasso, di una conchiglia, di una qualsiasi forma
organica della quale ci si possa meravigliare senza chiedersene necessariamente
il significato.
A gesture and a material give birth to an autonomous organic
form with its own identity. Independent from any cultural or technical
reference, these objects multiply in space with the modularity of a plant. The gesture is that of the index finger that points, which
is that of creation: I repeatedly imprint it in the thin aluminum foil, which retains
it. I am looking for a sense of undeniability through a very simple gesture,
the undeniability of a stone, of a shell, of any organic form that we can
wonder of without necessarily asking its meaning.
Un gesto e un materiale danno vita ad una forma organica
autonoma, con una propria identità. Indipendentemente da ogni riferimento
culturale o tecnico, questi oggetti si moltiplicano nello spazio con la
modularità di una pianta. Il gesto è quello del dito indice, della creazione:
lo imprimo ripetutamente nella sottile lamina di alluminio e questa lo
conserva.
Sto cercando un senso di innegabilità attraverso un gesto molto
semplice, l’innegabilità di un sasso, di una conchiglia, di una qualsiasi forma
organica della quale ci si possa meravigliare senza chiedersene necessariamente
il significato.
A gesture and a material give birth to an autonomous organic
form with its own identity. Independent from any cultural or technical
reference, these objects multiply in space with the modularity of a plant. The gesture is that of the index finger that points, which
is that of creation: I repeatedly imprint it in the thin aluminum foil, which retains
it. I am looking for a sense of undeniability through a very simple gesture,
the undeniability of a stone, of a shell, of any organic form that we can
wonder of without necessarily asking its meaning.